Cultura, via libera al Regolamento degli ecomusei

Come previsto dalla legge regionale approvata a marzo 2017, sono stati stabiliti i criteri e i requisiti necessari per il riconoscimento.
Un comune laziale. 03/06/2019 - Via libera in Commissione Cultura, spettacolo, sport e turismo al Regolamento concernente la definizione dei criteri e dei requisiti minimi per il riconoscimento della qualifica di ecomuseo di interesse regionale. Il parere è passato a maggioranza con due astenuti, numerose le osservazioni, alcune riformulate, altre ritirate.

Come previsto dalla norma istitutiva, approvata dal Consiglio regionale del Lazio a marzo 2017, e ispirata alla Convenzione europea del paesaggio adottata dal Consiglio d’Europa nel luglio 2000, i criteri e i requisiti necessari per il riconoscimento degli ecomusei dovevano essere definiti da un regolamento di Giunta.

Gli ecomusei sono “luoghi fisici” e “spazi mentali di una comunità”, spazi aperti e di condivisione che riuniscono paesaggio e storia. Insomma, una sorta di “musei dell’identità” per la promozione sul territorio di iniziative che possano sostenere anche l’economia locale, l’enogastronomia tipica, il turismo, l’artigianato, i mercati locali. Tra le esperienze già attive nel Lazio, quello del litorale di Ostia (1981), dell’Agro pontino (2004), del Lazio virgiliano (2008) e della Teverina (2009).

Il relativo Regolamento approvato oggi intende per ecomuseo, una forma museale territoriale mirante a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità, attraverso un progetto integrato di tutela e valorizzazione di un territorio geograficamente, socialmente ed economicamente omogeneo, connotato da peculiarità storiche, culturali, paesistiche ed ambientali. Essi si caratterizzano anche come processi di riconoscimento, cura e gestione del patrimonio culturale locale al fine di favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile.

Possono ottenere il riconoscimento gli ecomusei gestiti da enti locali, anche se in forma associata, associazioni e fondazioni culturali e ambientaliste, ma anche organismi senza scopo di lucro con le stesse finalità che si propone la legge e gli enti di gestione delle aree naturali protette regionali nel cui territorio ricade l’ecomuseo.

Il Regolamento dispone inoltre che l’ecomuseo deve essere basato su un progetto di interpretazione ambientale e culturale del territorio di riferimento, condiviso con le comunità locali interessate. Deve inoltre disporre di un Centro di Interpretazione dotato di personale adeguatamente qualificato in gradi di accogliere il pubblico e descrivere le attività svolte, ovvero uno spazio fisico attraverso il quale erogare servizi di informazione, incontro, approfondimento, documentazione ed esposizione per la conoscenza e l’interpretazione del territorio, con un’apertura al pubblico non inferiore a 18 ore settimanali o di almeno 100 giorni l’anno. L’ecomuseo inoltre, deve disporre di itinerari di visita progettati in modo da consentire condizioni di totale fruibilità.

Per ottenere il riconoscimento, occorre presentare domanda alla Direzione Regionale competente in materia di cultura, nel periodo compreso tra il 31 maggio e il 30 giugno di ogni anno.

 

 

 

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio