Al via le audizioni sulla PL 99 sul sistema integrato di educazione e istruzione per l'infanzia

Ascoltati oggi Garante regionale infanzia e adolescenza, Consigliera di parità della Regione Lazio, Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, l'associazione Scarabocchiando e Confcooperative.
Un asilo. 11/04/2019 - Iniziate in commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio, del Consiglio regionale del Lazio, le audizioni sulla proposta di legge n. 99 del 21 gennaio 2019, “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia”, che era stata presentata nella seduta di commissione del 21 marzo scorso (vedi news). Ascoltati questo pomeriggio alla Pisana il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, la Consigliera di parità della Regione Lazio, il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, l’associazione Scarabocchiando e Confcooperative. Apprezzamento generale per la proposta e alcuni spunti emersi dagli interventi per metterla a fuoco ulteriormente.

Prima a parlare, la Consigliera di parità della Regione Lazio ha inquadrato le sue osservazioni all’interno di una cornice composta di tre elementi, l’utilizzo del linguaggio di genere, raccomandato anche se fonte di complicazioni nella scrittura della normativa, l’ottica antidiscriminatoria generalizzata (oltre al sesso, l’etnia, la razza, la religione)  e il tema della privacy che riveste particolare importanza, specie con riferimento ad alcune categorie, come quelle dei bambini in affido preadottivo e quelli provenienti da un vissuto di abusi subiti. Apprezzamento comunque della consigliera di parità per il fatto che si metta al centro della proposta, fin dal suo articolo 1, l'interesse del minore; raccomandata attenzione al tema del lavoro delle madri, quelle che lo perdono e quelle che hanno difficoltà a mantenerlo.

A seguire, il Garante regionale dell'infanzia e dell’adolescenza ha affermato che la Regione aveva grande necessità di questa normativa. Due a suo avviso le questioni di maggiore rilevanza, quella degli insegnanti di sostegno per i bambini autistici, a proposito dei quali la Regione deve garantire la continuità dell'assistenza, e il tema dei minori stranieri, su cui comunque già si sta facendo molto.

La vicepresidente del Gruppo nazionale nidi e infanzia ha preso poi la parola, dicendo che l’associazione vanta quasi 40 anni di esistenza e circa mille associati, tra cui figurano Comuni e amministratori locali. Importante, secondo l’associazione, la legislazione sulla fascia “0-6 anni” perché il bambino appartenente a quella fascia di età va considerato già un cittadino. Rilevanti anche, a parere delle rappresentanti dell’associazione, le questioni del titolo di studio, che dovrebbe essere la laurea, e del coordinamento pedagogico territoriale. Infine si fa notare come le iscrizioni in fascia 0-3 anni stiano calando e il motivo di ciò viene attribuito, assieme ad altre concause, all' abusivismo che esisterebbe nel settore.

Intervenendo subito dopo, i rappresentanti dell'associazione Scarabocchiando chiedono però che vi sia un riconoscimento per le tipologie di strutture alternative esistenti rispetto ai nidi tradizionali. Queste garantiscono infatti, a parere degli intervenuti, una flessibilità di offerta del servizio che il nido tradizionale non ha e che può meglio venire incontro a situazioni difficili dal punto di vista lavorativo dei genitori, quali quelle accennate poco prima dalla consigliera di parità. Secondo l’associazione, i requisiti tecnici dei nidi famiglia dovrebbero essere gli stessi posti a base dell’abitabilità delle case, senza aggravi ulteriori che rendano più difficile l'attività.

Indiscutibile, infine, ha detto di ritenere il valore di questa proposta di legge Confcooperative-Federsolidarietà Lazio. A parere dei suoi rappresentanti, più che sistemi come quelli di videosorveglianza, dovrebbero essere i meccanismi di autovalutazione a garantire un adeguato margine di affidabilità delle strutture, per le quali è comunque necessario prevedere un tetto di presenze e anche delle rette di frequenza. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio