Giornata di audizioni in commissione Sanità del Consiglio regionale

In mattinata, le prime due hanno riguardato questioni legate alla problematica oncologica.
Un momento della prima audizione. 26/03/2019 - Una piattaforma nazionale che mette insieme 24 associazioni di malati oncologico, insieme a medici, case farmaceutiche, intergruppi consiliari e parlamentari. L’ha presentata stamani in commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus, la “capofila” dell’iniziativa. “Invitiamo anche voi a costituire l’intergruppo – ha spiegato – per poter collaborare insieme al nostro progetto “La salute: un bene da difendere un diritto da promuovere”. Gli obiettivi sono chiari: diffondere la conoscenza del tema e le principali problematiche legate all’oncologia, assicurare una migliore presa in carico del paziente oncologico, favorire uniformità di trattamento dei pazienti oncologici su tutto il territorio nazionale”.

Un progetto concreto, in questo ambito, è stato presentato da Marco Vignetti, vice presidente dell’Ail e direttore del centro dati Ginema: “In Italia, ma in particolare nella nostra Regione dove grazie a Franco Mandelli è nata l’ematologia italiana, esiste una rete ultra specializzata di laboratori di analisi associati ai centri ematologici. Vogliamo creare un protocollo che permetta di far girare le provette da assegnare al laboratorio adatto alla diagnosi di quella particolare malattia e non i pazienti. Già lo facciamo, con diverse difficoltà burocratiche, serve un intervento da parte della Regione per favorire questo processo virtuoso, che valorizzi una nostra eccellenza a livello mondiale”.

Sul tema dell’intergruppo consiliare hanno subito dato la loro disponibilità i consiglieri presenti, a partire da Giuseppe Simeone (Fi), presidente della commissione, Davide Barillari e Loreto Marcelli (M5s), Chiara Colosimo (Fi) e Paolo Ciani (Centro solidale). Tutti d’accordo anche sul cercare una strada per mettere in pratica il protocollo chiesto da Vignetti: “Il Lazio – ha spiegato ancora Annamaria Mancuso – può fare da apripista a livello nazionale”.

A seguire, si è svolta un’audizione sul percorso onco-geriatrico (RETE) richiesta dal consigliere di Forza Italia Antonello Aurigemma, il quale ha detto di ritenerla utile ad adeguare la nostra Regione all'esigenza di dotarsi di una rete oncogeriatrica, sempre più necessaria a fronteggiare la crescente incidenza dei tumori nella popolazione anziana. Primo a prendere la parola, il prof. Guido Francini, direttore Oncologia Medica della AOU senese e presidente del Gruppo Italiano Oncologia Geriatrica, ha detto che i dati Censis danno un quadro esatto della situazione, con un 40 per cento di ricoverati per tumore che ha più di 65 anni. Importa più di tutto che ci sia una rete oncologica che uniformi e razionalizzi i servizi, ottimizzando così la spesa. Chiave di ciò è il piano diagnostico terapeutico assistenziale. Quattro i percorsi attivati nel Lazio, è emerso dal secondo intervento, del prof. Mario Santarelli, direttore dell’UOC Radioterapia Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti: questi però non tengono conto dell'età del paziente; troppo alto il tasso di ospedalizzazione con ricadute sui costi. La presa in carico deve essere territoriale, non ospedaliera: le case della salute e altre strutture devono sostituire gli ospedali e l’informazione alle famiglie è altresì importante, secondo Santarelli. Un gruppo di lavoro a livello regionale è quindi la proposta del Gogi.

Per il prof. Vincenzo Bianco, coordinatore scientifico del GOGI, il piano esiste nelle regioni del Nord, ma esisteva anche nel Lazio, dove è stato smantellato per motivi essenzialmente politici. Il paziente oncologico seguito dal geriatra vive comunque più a lungo, secondo le statistiche. La prof.ssa Stefania Bronzetti, Chirurgia generale Policlinico Umberto I, ha aggiunto che l'esperienza ha portato a differenziare l'approccio terapeutico anche tra un paziente anziano e l'altro. Il prof. Silverio Tomao, direttore della  Cattedra Oncologia medica Policlinico Umberto I ha detto che si tratta di pazienti poco studiati e di cui nella formazione specialistica del personale medico si tiene poco conto, non formando così medici con una competenza adeguata. Una rete oncologica regionale potrebbe ovviare a questi problemi. Infine è intervenuta anche la dott.ssa Caterina Bangrazi responsabile Radioterapia Oncologica Umberto I, che ha  sottolineato l'importanza della collaborazione tra medici specialistici di settori diversi per eliminare la necessità di spostamento dei pazienti.

Tra i consiglieri, Ciani ha chiesto agli intervenuti cosa pensino a proposito della figura dell'infermiere di famiglia. Aurigemma ha sottolineato poi ancora una volta l'importanza dell'uniformità della cura e del trarre ispirazione dalle buone pratiche delle altre regioni. Marcelli ha elogiato i propositi degli intervenuti con una sola eccezione, il riferimento al territorio nella presa in carico del paziente, che a suo avviso è un punto complesso. Il presidente Simeone ha infine preso atto della disponibilità degli intervenuti a creare questa struttura di rete, per la quale il lasso di tempo necessario è stato stimato da Santarelli in 8-12 mesi.

Presente all’audizione anche la consigliera Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia. Per il pomeriggio, previste altre due audizioni, una sulle problematiche dell’Ospedale CTO, richiesta dalla consigliera Colosimo e dal consigliere del Municipio VIII di Roma capitale, Simone Foglio, e una su iniziative urgenti nel campo dell’edilizia sanitaria individuate nell’ambito del Piano triennale di investimenti dell’INAIL.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio