Proposta di legge 40, audizione delle categorie in commissione Lavoro

I temi legati alla sicurezza dei "lavoratori digitali" al centro di un incontro alla Pisana con le categorie interessate, alla presenza dell'assessore.
Un momento dell'audizione. 03/12/2018 - Esigenza di colmare un vuoto normativo che consenta di coniugare flessibilità e sicurezza, in modo coerente sul territorio nazionale, per questa nuova forma di lavoro: queste le principali istanze emerse dall'audizione di oggi in commissione nona, Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio, del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Eleonora Mattia, alla presenza dell’assessore al Lavoro e nuovi diritti Claudio Di Berardino, con i rappresentanti delle categorie interessate dalla proposta di legge n. 40 del 2018, in tema di “Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali” (intesi come coloro che "offrono alla piattaforma digitale la disponibilità della propria attività di servizio", come li definisce la legge, vale a dire i cosiddetti “riders”).

Il primo a prendere la parola, Emanuele Marcari di Rider, ha evidenziato i problemi della sicurezza di questa categoria di lavoratori, quali sono venuti a galla ad esempio nel caso del recente nubifragio a Roma, in cui ci si è limitati a garantire agli operatori solo una forma di incentivo economico, peraltro trascurabile. Francesco Raparelli di Clap ha aggiunto a questa considerazione l’osservazione secondo cui sarebbe molto importante incrementare nella futura legge il ruolo della contrattazione decentrata, al fianco di quella collettiva; egli auspica inoltre che la Consulta prevista dalla pdl funzioni alla stregua di “un osservatorio”. Un lavoro che in Italia è considerato una forma di lavoro autonomo, che sia a collaborazione continuata e continuativa o a partita Iva, ha concluso Raparelli, sebbene in altri paesi rientri a pieno titolo nell'ambito del lavoro dipendente.

Quindi è stata la volta di Gianluca Petrillo di Deliveroo, che ha preso la parola in rappresentanza di Assodelivery, che riunisce alcuni gruppi operanti nel settore, per un totale di quasi il 90 per cento di copertura, come ha affermato: egli ha indicato come esempio di buone pratiche in materia la Francia, dove è stato normato il settore in modo specifico. Passando ad esporre alcuni dati, ha detto che “la metà di questi lavoratori sono studenti”, ma ci sono anche dipendenti che utilizzano questo tipo di attività per integrare il reddito e disoccupati. L’attività si svolge prevalentemente a cavallo delle ore dei pasti, essendo quello alimentare il settore di maggiore incidenza. “Una media di 10/11 ore di lavoro a settimana e una retribuzione oraria media di circa 12 euro” sono altri numeri di questa attività forniti da Petrillo (numeri contestati poi, specie a proposito della retribuzione, da Marcari). Le coperture assicurative garantite da Assodelivery e la non discriminazione tra i lavoratori sono state poi illustrate da Petrillo, che ha detto che il settore teme una normativa “a macchia di leopardo”, mentre a suo avviso l’esigenza è “coniugare flessibilità e sicurezza”.

Passando agli interventi dei consiglieri presenti, la “necessità di trasparenza e di tutela dei diritti” sono le istanze principali espresse dalla consigliera Roberta Angelilli di Lazio 2018, che comunque ha detto di  apprezzare il fatto che il Lazio sia capofila sulla via della regolamentazione di questa materia. La “flessibilità deve essere riempita di diritti” secondo Marta Bonafoni della Lista Zingaretti, posto che il vuoto normativo a suo avviso esiste certamente e che “non si può attendere la normativa nazionale”, visto che il tema è stato scavalcato a livello governativo da altre priorità. Il “rischio da evitare” in modo assoluto è quello del cottimo, secondo Loreto Marcelli del Movimento 5 stelle, che si augura una normativa coerente tra Stato e regioni.

In conclusione l’assessore Di Berardino ha affermato  che il vuoto normativo in materia ha una responsabilità trasversale e senza colore politico e forse proprio per questo la normativa in preparazione a livello regionale ha una caratteristica “ampiamente condivisa”. Il fenomeno non si limita solo al settore alimentare, ha riconosciuto l’assessore raccogliendo una suggestione di Marcelli, ed è di “difficile valutazione” nella sua consistenza quantitativa. Una norma europea sarebbe largamente da auspicare ha concluso l'assessore. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio