Audizioni in settima su trasporto disabili e su ambulatori chirurgici non accreditati

Prosegue il ciclo di audizioni in settima
La commissione Sanità al lavoro oggi in sala Latini. 29/10/2018 - Audizione oggi in settima commissione sul trasporto disabili con i rappresentanti delle aziende sanitarie, le sigle sindacali e la consulta per la disabilità. Il presidente Giuseppe Simeone (FI) ha introdotto l'audizione ricordando che il trasporto disabili non è un trasporto come gli altri, perché necessita di mezzi particolari ma soprattutto di addetti particolari. Asl Rm1 è intervenuta per prima, dicendo che ha 530 trasportati. Provenendo dalla fusione di Asl RmA e RmE, il servizio era assicurato in precedenza da fornitori diversi, ma attualmente è garantito solo da della società di servizi e trasporti in ambito sanitario e sociale Meditral, i cui rappresentanti erano stati ascoltati in settima la scorsa settimana.

Un gruppo di lavoro con le asl 2 e 3 ha studiato differenti soluzioni, ma ora sembra che la Regione voglia procedere a bando centralizzato. La rappresentante di Rm2, Flori Degrassi, ha posto l’attenzione sulle distanze che il tarsporto disabili deve coprire che sono in alcuni casi notevoli (anche questa Asl deriva dalla fusione delle preesistenti Rm B e Rm C), e sulla precedente gara per il servizio che ha subito uno stop dal Consiglio di stato, cosicché in attesa della gara regionale sarà necessaria una "gara ponte".

Da parte sindacale, Alessandro Borgioni di Filt Cgil ha precisato che lo stop alla gara di Rm2 deciso dal Consiglio di stato è stato motivato da “gravi pregiudizi dei diritti dei lavoratori”. Il costo del lavoro è il problema principale di questo tipo di gare, quindi la tematica contrattuale è prioritaria. Per Borgioni, un’eventuale gara unica necessita di criteri condivisi.

1250 utenti, 450 dipendenti sono le cifre del servizio Meditral. A detta di Ugl, (Armando Valiani e Cristiano Bonelli), le famiglie hanno apprezzato nel tempo la qualità del servizio. “Non paragonabili altre realtà a quella romana”, secondo Ugl, dal punto di vista del traffico e delle tempistiche correlate. Il problema è il mancato possesso di alcuni requisiti richiesti da parte di Meditral. Per la Cisl, è intervenuta Ewa Blasik, per la quale il protocollo di dicembre 2017, ha affermato, declina tutti i punti chiave, a partire dalla clausola sociale, nel rispetto del criterio della migliore offerta economica. Per Laura Latini di Uil Lazio è importante il parere dell'utenza in questo settore.

“Prendere in considerazione anche ipotesi diverse da quella del privato operatore” è l'indicazione di Uil. Sono poi intervenuti la presidente della Consulta regionale per la disabilità e l’handicap, Francesca Bellafemmina, la quale ha evidenziato i gravi disagi che si trovano ad affrontare i ragazzi nei lunghi tragitti nei pulmini (financo due ore), per raggiungere i centri per disabili, Umberto Emberti Gialloreti, Consulta cittadina permanente sui problemi delle persone handicappate di Roma Capitale.

E’ seguita poi un’audizione, chiesta dal consigliere Antonello Aurigemma (FI), sulle criticità incontrate dalle strutture di chirurgia ambulatoriale private non accreditate, a seguito del decreto del commissario ad acta n. 540/2017 che ha ridefinito e riorganizzato quei trattamenti chirurgici che non necessitano di ricovero ed eseguiti senza anestesia generale, ovvero che prevedano un tempo di osservazione post intervento al massimo di due ore. Sono stati ascoltati il presidente del Coordinamento Sezione sanità di Unindustria, Antonio Vallone; il consigliere dell’Ordine provinciale dei medici di Roma, Roberto Bonfili, il vicepresidente vicario FederAnisap e presidente Anisap Lazio, Valter Rufini, la dottoressa Karin Saccomanno, dello Studio Saccomanno, nonché il direttore della direzione salute e integrazione sociosanitaria, Gianni Vicario.

Il dca 540 ha codificato i tipi di intervento che possono essere effettuati nelle strutture con posto letto e senza. Ciò però è avvenuto facendo riferimento a un nomenclatore nazionale della metà degli anni Novanta, laddove, per esempio, era previsto il ricovero per l’intervento alle cateratte che oggi si fa in day hospital. Anche una gastroscopia o una colonscopia dovranno, al contrario di quanto avvenuto sino ad oggi, essere eseguite in un presidio ospedaliero o casa di cura, con tutti i disagi che ne conseguiranno in termini di tempi di attesa. Di qui le preoccupazioni degli ambulatori privati che temono di dover chiudere i battenti e un ricorso al Tar, per la sospensiva del provvedimento. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio