Piano di tutela delle acque: associazioni e comitati denunciano gravi inadempienze

Seconda audizione in ottava commissione sulla proposta di delibera consiliare.
Foto di Aurelio Candido 18/10/2018 - Proseguono le audizioni in commissione Agricoltura e ambiente, oggi presieduta dalla vice presidente Laura Cartaginese (FI), sulla proposta di deliberazione consiliare n. 16 “Approvazione dell’aggiornamento del Piano di tutela delle acque regionali (Ptar), in attuazione del d.lgs. 152/2006, adottato con delibera di Giunta regionale n. 819 del 28/12/2016”. Oggi pomeriggio sono intervenuti i rappresentanti di associazioni e comitati che si occupano di salvaguardia e tutela ambientale.

Dall’incontro è emerso un quadro molto negativo sulla situazione delle acque regionali, soprattutto per l’abbassamento dei livelli, per la carenza di controlli sulle captazioni e per il pessimo stato in cui si trovano i depuratori dei comuni che sversano nei corsi d’acqua. Unanime anche la critica al Piano perché ritenuto non aggiornato agli ultimi anni, che hanno visto un generale peggioramento di laghi e fiumi laziali. A tal proposito, Pietro Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena, ha denunciato che il giudizio del piano sul lago non corrisponde alle reali condizioni che, a suo giudizio, sono invece allarmanti. Collegate allo stato del lago di Bolsena sono le conseguenze negative che si ripercuotono sul fiume Marta, come sottolineato da Marzia Marzoli, rappresentante di Italia nostra e del sindacato italiano balneari. “La situazione è davvero drammatica – ha detto – perché quando il livello del lago si abbassa il fiume non dovrebbe avere tanta acqua ma invece è alimentato da 13 comuni che sversano nel fiume, con depuratori che non funzionano, che sono la vergogna di tutti noi”.

Situazione giudicata drammatica anche con riferimento ai fiumi Aniene e al Farfa. Antonio Amati, presidente del Comitato per l’Aniene, ha sottolineato che il piano non considera il problema che riguarda la prima parte del corso del fiume, cioè le captazioni idriche che negli ultimi anni sono aumentate senza attivare i controlli previsti dalla Regione. Pablo De Paola del Coordinamento regionale acqua pubblica Lazio ha criticato il Piano nella parte in cui manca una vera analisi sui monitoraggi degli anni passati, un aggiornamento che, a suo avviso, farebbe emergere un chiaro peggioramento della situazione. Secondo De Paola, inoltre, sul fiume Farfa si utilizza acqua senza concessioni di derivazione e non vengono fatti controlli adeguati. Marco Di Cataldo dell’associazione Aps Rietica ha segnalato la presenza di mercurio nel fiume Tevere, problema sottovalutato dalle istituzioni. Anche lui ha denunciato il pericoloso abbassamento dei livelli del Farfa, dovuto al prelievo eccessivo di acqua, ben superiore ai valori consentiti. Anche Stefano Fassoni, presidente di Italia nostra sezione Sabina e Reatino, ha lamentato il mancato aggiornamento del Piano, soffermandosi poi sulle criticità del fiume Farfa.

Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio, ha sottolineato che la scarsità di acqua è il problema principale che riguarda tutti i corpi idrici. Per questo motivo, a suo avviso, occorre invertire la tendenza e intervenire sulle captazioni. “Il Tevere – ha detto – a monte di Roma di notte è fermo, l’acqua non cammina, perché ci sono 180mila concessioni autorizzate lungo il suo bacino. Il piano deve prenderne atto e occorre ridurre le captazioni”. Allo stesso modo, per Scacchi, occorre potenziare i controlli sulla qualità dell’acqua e, quindi, sugli sversamenti.

Tutti gli intervenuti hanno annunciato che presenteranno osservazioni scritte al piano entro la scadenza fissata dalla commissione, lunedì 22 ottobre alle ore 12.

Hanno partecipato all’audizione i consiglieri Eugenio Patanè (Pd), Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti), Silvia Blasi e Gaia Pernarella (entrambe del M5s). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio